"Il noto in genere...", G.W.F. Hegel - Pref. Fenomenologia dello Spirito

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_lucyinthesky_
view post Posted on 7/4/2010, 23:39




"[...]Il noto in genere, appunto perché noto, non è conosciuto. Quando nel conoscere si presuppone alcunché come noto e lo si tollera come tale, si finisce con l’illudere volgarmente sé e gli altri; allora il sapere, senza nemmeno avvertire come ciò avvenga, non fa un passo in avanti nonostante il grande e incomposto discorrere che esso fa. Senza ponderazione, il soggetto e l’oggetto ecc., Dio, la natura, l’intelletto, la sensibilità ecc., vengono posti a fondamento come noti e come qualcosa che ha valore sicuro, e costituiscono dei punti fissi per l’andata e il ritorno; il movimento corre su e giù tra questi punti che restano immoti e ne sfiora soltanto la superficie. Così l’apprendere e l’esaminare consiste soltanto nel vedere se ognuno trovi anche nella sua rappresentazione quello che hanno detto: se proprio sembri così, e se così gli sia noto o meno.
L’analisi di una rappresentazione come di solito era condotta, non consisteva in altro che nel superare la forma del suo esser-nota. Scomporre una rappresentazione nei suoi elementi originari è un ritornare ai suoi momenti, i quali per lo meno non hanno la forma della rappresentazione trovata, ma costituiscono l’immediata proprietà del Sé. Una tale analisi giunge bensì solo a pensieri che, anch’essi, sono determinazioni note, salde, ferme. Ma questo separato, questo stesso ineffettuale, è un momento essenziale; infatti, solo perché il concreto si separa e si fa ineffettuale, esso è ciò che muove sé.
L’analisi del separare è la forza e il lavoro dell’intelletto, della potenza più mirabile e più grande, o meglio della potenza assoluta.[...]"
 
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l@dyel
view post Posted on 21/4/2010, 16:24




Solo da quello che è a me noto, posso provare a pormi delle domande.

 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 21/4/2010, 17:20




CITAZIONE (l@dyel @ 21/4/2010, 17:24)
Solo da quello che è a me noto, posso provare a pormi delle domande.

si, ma quando il noto lo metti in moto ("posso provare a pormi domande), non è più noto, ma la sua negazione :o)
 
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l@dyel
view post Posted on 21/4/2010, 18:20




CITAZIONE (EgoTrascendentale @ 21/4/2010, 18:20)
CITAZIONE (l@dyel @ 21/4/2010, 17:24)
Solo da quello che è a me noto, posso provare a pormi delle domande.

si, ma quando il noto lo metti in moto ("posso provare a pormi domande), non è più noto, ma la sua negazione :o)

cioè, il pormi delle domande su quello che fino a un attimo prima mi era noto, mette la "cosa nota" nella "posizione" di un qualcosa per la quale sto ancora cercando delle risposte e quindi, non mi è poi così nota?
Se questa interpretazione dovesse essere corretta, allora mi diventa difficile capire che cosa davvero mi è noto? Perchè su ogni cosa io posso pormi delle domande.
 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 21/4/2010, 18:33




CITAZIONE (l@dyel @ 21/4/2010, 19:20)
CITAZIONE (EgoTrascendentale @ 21/4/2010, 18:20)
si, ma quando il noto lo metti in moto ("posso provare a pormi domande), non è più noto, ma la sua negazione :o)

cioè, il pormi delle domande su quello che fino a un attimo prima mi era noto, mette la "cosa nota" nella "posizione" di un qualcosa per la quale sto ancora cercando delle risposte e quindi, non mi è poi così nota?
Se questa interpretazione dovesse essere corretta, allora mi diventa difficile capire che cosa davvero mi è noto? Perchè su ogni cosa io posso pormi delle domande.

è proprio così (solo che hegel più che di "posizione" parla di "positivo" - che hanno la testa radice etimologica): il noto è fondamentalmente il "mortum del pensare".
l'esempio di hegel è questo: quando noi, nel processo della conoscenza, per fermarmi e mettere la parola fine alla mia analisi, introduco qualcosa che penso sia pacifico, su cui nessuno mi farà delle domanda o mi contesterà ecco che io introduco qualcosa di noto nel processo della conoscenza.
io cioè non ho un sapere tutto saputo (il Sapere assoluto), ma ho un sapere in cui ci sta qualcosa che non conosco ma che credo di sapere
e bada, per sapere assoluto non si intende - in questo stadio - un sapere assolutamente vero, ma un sapere di cui so già tutto.
 
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lorelei57
view post Posted on 21/4/2010, 22:42




Riassumendo...il noto quindi non ha mai fine?
CITAZIONE
io cioè non ho un sapere tutto saputo (il Sapere assoluto), ma ho un sapere in cui ci sta qualcosa che non conosco ma che credo di sapere

 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 22/4/2010, 17:25




un "saputo" può "regredire" allo statuto di noto.
e perchè mi accorgo di avere di quel noto una conoscenza zero
o perchè i concetti li penso senza considerare tutto la loro pesantezza tematica
 
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l@dyel
view post Posted on 23/4/2010, 12:11




CITAZIONE (EgoTrascendentale @ 22/4/2010, 18:25)
un "saputo" può "regredire" allo statuto di noto.
e perchè mi accorgo di avere di quel noto una conoscenza zero
o perchè i concetti li penso senza considerare tutto la loro pesantezza tematica

dare qualcosa per "scontato" è quindi un regredire, quel "mortum del pensare" di cui si parlava equivale a non pensare?
 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 23/4/2010, 12:19




bingo!!!!
 
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lorelei57
view post Posted on 25/4/2010, 17:02




CITAZIONE (l@dyel @ 23/4/2010, 13:11)
CITAZIONE (EgoTrascendentale @ 22/4/2010, 18:25)
un "saputo" può "regredire" allo statuto di noto.
e perchè mi accorgo di avere di quel noto una conoscenza zero
o perchè i concetti li penso senza considerare tutto la loro pesantezza tematica

dare qualcosa per "scontato" è quindi un regredire, quel "mortum del pensare" di cui si parlava equivale a non pensare?

Eh già! -_-
 
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laGiaccaDellAnnoScorso
view post Posted on 23/8/2010, 16:21




Mi ricorda un po' il discorso di Heidegger sul "Si pensa", l' esistenza inautentica di chi si appiattisce sul mortum del pensare va avanti senza veramente compiere scelte "personali", autentiche, solo rimette agli altri le proprie decisioni. Insomma quella che Kierkegaard chiamava vita estetica, il viversi addosso di Don Giovanni, del seduttore.
 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 31/8/2010, 22:20




ma no!! il processo è al contrario!
 
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laGiaccaDellAnnoScorso
view post Posted on 1/9/2010, 22:42




In che senso scusa? se si parla di regresso mi sembra essere proprio quello il punto, il saputo soggettivo che si fa "noto" a livello sociale (si dice che = è noto che). Però forse mi sono espresso male.

Però aspetta forse ho capito dove sta il misunderstanding. Io parlavo non del processo per il quale il noto, "messo in moto", diventa saputo negandosi intrinsecamente, parlavo solo del concetto di noto, cioè di ciò che non si sa, ma si accetta perchè comunemente accettato (ergo lo si da per scontato senza andarci a fondo).
Mi ero fermato prima del vostro ragionamento sul "porsi domande". Ovvio che nella vita estetica (ma in questo caso meglio parlare di "esistenza inautentica") si compiono scelte non consone al proprio io, ma solo perchè SI pensa che sia così., mentre appunto, ponendosi delle domande, cioè andando a fondo sul "noto" si arriva a renderlo saputo, e in quanto tale non più noto, cioè a negarlo. Se è questo che intendi con "il procedimento è il contrario" hai ragione, era Il mio commento a non essere in linea con tutta la discussione avvenuta prima, d' altronde era solo una breve osservazione :)
 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 5/9/2010, 23:15




dio, essere, nulla, divenire, esistenza, reale, concetto, idea e chi più che ha più ne metta! Hegel ti dice: ok, ci piace riempirci la bocca e gonfiarci con questi paroloni, ma che vogliono dire?
noi siamo soliti introdurli nella scienza quando non vogliamo o non sappiamo più andare oltre nella nostra analisi.
il vero sapere consiste allora nel riattivare queste espressioni ormai scarne e vuote, riportandole in vita concettualmente, vale a dire ripensandole da cima a fondo.
 
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laGiaccaDellAnnoScorso
view post Posted on 5/9/2010, 23:52




CITAZIONE
ci piace riempirci la bocca e gonfiarci con questi paroloni, ma che vogliono dire?

Ecco è proprio in questo "ci" piace che avevo letto un po' Heidegger. D' altro canto se non erro proprio all' inizio di SuZ dice qualcosa proprio come "anche se tutti i filosofi parlano di essere, da sempre il tema dell' essere è stato sfiorato o accennato a livelli generali"

 
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17 replies since 7/4/2010, 23:39   649 views
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